Dopo essermi recato presso la Chiesa di San Fortunato, per rendere omaggio al Patrono e ricevere l’abbraccio della sua benedizione e della sua protezione, muovo i primi passi in questa Piazza, cuore della città medievale, in cui si affacciano, guardandosi “a viso aperto”, la Concattedrale della Ss. Annunziata e i diversi Palazzi comunali. Ringrazio il Dott. Antonino Ruggiano, Sindaco di Todi, per le parole che mi ha rivolto e che, a nome dei Sindaci e di tutte le autorità civili, politiche, socio-economiche e militari del territorio tudertino, mi ha dato il cordiale benvenuto nella città di Jacopone.
Nell’armonia di questa Piazza è possibile scorgere un simbolo reale dell’incontro tra la laicità della politica e il servizio al bene comune. Laicità della politica non vuol dire che essa non possa e non debba essere carica di valori religiosi; non si è tanto più laici quanto più ci si distanzia dall’etica, ma si è laici solo se si è davvero liberi, nelle scelte che interessano la totalità dei cittadini, dalla pretesa di qualunque confessione. L’elaborazione di questa visione si ispira alla Gaudium et spes, che segue i paradigmi della Lettera a Diogneto, secondo cui i cristiani, godendo di una “cittadinanza paradossale”, “svolgono nel mondo la stessa funzione dell’anima nel corpo”. Simpatia e profezia: questo è lo stile con cui i fedeli laici possono contribuire a favorire il dialogo tra Stato e Chiesa, resistendo non solo alla tentazione del non expedit (l’autoesclusione dalla vita politica), ma anche alla seduzione del collateralismo (l’appoggio ad un partito), come pure all’abbraccio mortale del cesaropapismo (l’alleanza tra trono e altare).
Stato e Chiesa, che la Carta costituzionale vuole indipendenti e sovrani, non possono rinunciare a frequentarsi e a cooperare. Educazione e carità sono i “due polmoni” dell’impegno sociale dei cristiani, chiamati ad operare nella comunità degli uomini “come stranieri e pellegrini, come uomini liberi, come servi di Dio” (cf. 1Pt 2,11-17). La Chiesa, con il prezioso “bagaglio” della sua Dottrina sociale, sa di doversi muovere con la necessaria attenzione, nella certezza di non avere privilegi da mercanteggiare, in cambio di consensi, ma un servizio da assicurare per la promozione dell’uomo nell’ottica del bene comune.
A tutti voi, rappresentanti e custodi della vita civile del popolo tuderte, auguro di non stancarvi di trovare le tante ragioni di uno sforzo condiviso, che non attenua le differenze di posizione politica né la diversità dei ruoli istituzionali. “La democrazia – lo ha ricordato di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse. Ma c’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro.