Ancora una volta rivivremo i giorni che mutarono il corso e il senso della Storia.
Ancora una volta sperimenteremo la gioia di essere salvati da Cristo morto e risorto.
Si tratta di una storia inaudita. Un uomo, che era anche Figlio di Dio, aveva detto che il massimo dell’amore è la morte per amore. Nessuno lo prendeva sul serio.
Anche oggi la Pasqua ci mette alla prova, misura come un termometro l’intensità di credere. Infatti tutto contrasta con la risurrezione.
Si fa esperienza quotidianamente di morte, nelle famiglie si conoscono le lacrime del distacco, il posto vuoto lasciato da chi non c’è più.
Pasqua è questione di fede. Capire che tutto è iniziato in quel mattino. Perché tutto quello che di vero è venuto dopo, giù giù nei secoli fino ad oggi, ha le sue radici in quella tomba vuota.
Per quel “passaggio” noi siamo cristiani e tanti lo sono tra noi in misura straordinaria, ad alta temperatura.
Che cosa è avvenuto in quell’ora sconosciuta, nell’oscurità della tomba di Gesù? Lo Spirito Santo è sceso con tutta la sua potenza divina sul cadavere di Gesù. C’è stato come uno scoppio di luce e di vita. Là dove c’era un corpo morto e una tomba senza speranza, è iniziata un’illuminazione del mondo che dura ancora fino ad oggi. E tutto ciò che ha avuto in Cristo risorto il suo compimento, torna di nuovo a compiersi nel nostro oggi.
Ad una sola condizione: che il grido “Cristo è risorto” diventi un’autentica proclamazione di fede e un impegnativo programma di vita: seminare speranza e germi di risurrezione. È nella luce di questo mistero di morte e di vita che ci vogliamo augurare “Buona Pasqua” di Risurrezione nella gioia e nella luce del Risorto.
Sia Lui a benedirci.
Il vostro vescovo Benedetto